Omessa vigilanza aula con bambini

Omessa vigilanza: una tutela per i docenti è necessaria. La cronaca lo dimostra.

Gli incidenti a scuola riconducibili ad omessa vigilanza non sono affatto rari, si sa. Fortunatamente ad essere più rari sono i casi in cui gli incidenti si traducono in drammi, provocando la morte o il ferimento grave degli alunni coinvolti nei fatti.

Tuttavia, casi che terminano in tragedia esistono e in circostanze simili a pagarne le conseguenze sono ovviamente le famiglie delle vittime ma anche i docenti che si ritrovano coinvolti in questioni giudiziarie che si protraggono spesso per anni con conseguenze drammatiche dal punto di vista personale oltre che professionale.

Obbligo di vigilanza: il delicato ruolo del docente

Infatti, il delicato ruolo del docente impone degli obblighi che vanno ben oltre lo svolgimento delle semplici ore di lezione. La vigilanza è un dovere primario dell’insegnante che risponde, giustamente, di quanto avviene durante le sue ore di lezione. Tuttavia non possiamo negare la complessità oggettiva di un compito del genere che deve fare i conti con elementi di imprevedibilità tali da rendere impossibile l’eliminazione totale del rischio. Anche il docente più accorto e attento può potenzialmente essere coinvolto in incidenti più o meno gravi.

Omessa vigilanza: un’interessante riflessione di Anna Armone

Quella della vigilanza scolastica è una macchina complessa che va organizzata nel dettaglio e con la collaborazione di tutti. A questo proposito ricondividiamo una riflessione della dottoressa Anna Armone, da tempo impegnata in un lavoro di sensibilizzazione e formazione del personale addetto alla vigilanza, proprio su questo tema. Lo spunto di riflessione nasce, purtroppo, da un caso di cronaca che ci ricorda nella maniera più dura possibile quanto la questione non possa essere ignorata per il bene di tutti: dei ragazzi e dell’intero personale scolastico.

“Sono davvero tanti sei anni per riconoscere la responsabilità penale del docente che, si dice, era rimasto a chiacchierare con un collega mentre un ragazzo, durante l’uscita dalla classe, precipitava dalla tromba delle scale. Non sappiamo come stiano andando le cose dal punto di vista civilistico e assicurativo. Certamente, dalla descrizione dei fatti emergono alcuni interrogativi: come era organizzata la vigilanza in quella scuola? Erano state date istruzioni complementari da parte del dirigente ai docenti? Era stato formato il personale sull’ampiezza della responsabilità personale in relazione all’obbligo di vigilanza? Nell’organizzazione della vigilanza era stato considerato lo stato di sicurezza dei luoghi? La vigilanza nel momento dell’uscita dalla classe era condivisa con i collaboratori scolastici?

Ogni caso di infortunio per omessa vigilanza è un caso a sé. Molte sono le variabili da tenere in considerazione, compresa l’età degli studenti. Tutte le variabili devono essere valutate nella fase di programmazione della vigilanza e il conseguente modello organizzativo deve essere comunicato a tutto il personale ed eventualmente accompagnato da istruzioni precise e provvedimenti datoriali per supportare il compito dei docenti che, non dimentichiamolo, sono in aula per insegnare. La gravosità della funzione docente richiede che, per quanto possibile, siano messi in atto i comportamenti più adatti a prevenire infortuni e per fare ciò la rete della programmazione e attuazione del modello di vigilanza deve essere conosciuta, condivisa e messa in atto da ogni docente. Non è possibile, nonostante tutto ciò, eliminare in assoluto la possibilità di un accadimento dannoso. Ecco perché le scuole stipulano in chiave deflattiva apposite polizze assicurative che intervengano in tutti quei casi che l’INAIL non può coprire (es. sotto il 6% di Invalidità permanente).

E il docente, come può fronteggiare il rischio di un accadimento lesivo a danno di un alunno durante l’attività didattica? La sua personale responsabilità non viene in evidenza nel processo civile nel quale chiamata in causa è esclusivamente l’amministrazione scolastica, ma nella fase della rivalsa davanti alla Corte dei conti. E in questo caso si tratterà di responsabilità amministrativa.

Ci si chiede come mai il mercato assicurativo abbia in questi anni dimenticato una categoria così esposta al rischio come i docenti, a differenza di altre categorie professionali per le quali tale responsabilità è stata correttamente declinata. Si tratta di una categoria professionale per la quale è richiesta una diligenza “speciale” relativa all’obbligo di vigilanza che si traduce in responsabilità amministrativa da rinvenire nella polizza assicurativa professionale. Ma esiste?”

Per chi volesse leggere il post originale rimandiamo alla pagina dell’autrice: https://www.facebook.com/anna.armone.5/posts/pfbid02EYwWtSGrwT5fLeqef5PEfLbEhTQVMQcQn8er6RhLN3LnEv9AJGz6LYWVFuhCSUjFl