Gite scolastiche e docenti accompagnatori

Gite scolastiche: il delicato ruolo del docente accompagnatore

Le gite scolastiche sembrano essere diventate lo spauracchio di ogni docente. Sono lontani i tempi delle allegre scolaresche composte da insegnanti e alunni che insieme intonano i grandi classici della musica italiana. Probabilmente se oggi un docente dovesse scegliere la colonna sonora di un’uscita didattica opterebbe per qualcosa di più simile al tema di “Profondo Rosso”, piuttosto che ai tre leggeri accordi di chitarra de “La canzone del sole” e forse avrebbe tutte le ragioni per farlo.

Gite scolastiche: una responsabilità sempre più gravosa per il docente accompagnatore

Negli ultimi anni le cronache hanno purtroppo riportato spesso episodi drammatici legati ad uscite didattiche e viaggi d’istruzione che hanno coinvolto i docenti accompagnatori nell’iter di individuazione delle responsabilità con risvolti a volte anche spiacevoli. Oggi gli insegnanti si ritrovano schiacciati sotto il peso di responsabilità gravose e l’ingerenza sempre più pressante dei genitori disposti, in questo momento storico più che mai, a dichiarare guerra e quelli che troppo spesso sono visti come un nemico da affrontare, piuttosto che come un prezioso alleato nel processo di educazione e formazione dei propri figli. Per questo partire insieme ai ragazzi, anche solo per pochi giorni, è diventato un onere al quale un numero crescente di docenti tende oggi a sottrarsi.

Nessun obbligo da parte del docente

Spesso il rifiuto da parte dei docenti ad accompagnare le scolaresche in gita è diventato oggetto di dibattito da parte dell’opinione pubblica. In particolare tra i genitori dei ragazzi l’argomento è uno di quelli che scatena polemiche e proteste. Tuttavia, bisogna ricordare che prestarsi a questo tipo di attività non rientra tra i doveri del professore che, dunque, non commette nessun tipo di irregolarità nel rifiutarsi di accompagnare gli alunni durante i viaggi di istruzione. Al contrario, quella dell’accompagnatore è una scelta autonoma e volontaria, svolta a titolo del tutto gratuito.

Partire è possibile? Sì, con le giuste precauzioni

Se questo scenario sembra non lasciare al docente altra scelta se non quella di rinunciare a qualunque impegno al di fuori delle mura scolastiche, va detto che comunque le gite e le uscite didattiche rappresentano un momento fondamentale per alunni e insegnanti. Non solo perché spesso sono un’occasione per fare didattica in maniera diversa dal solito, ma anche perché si tratta di uno di quei rari momenti in cui studenti e docenti non si trovano dai due lati opposti di una cattedra.

La rinuncia alle gite scolastiche è una scelta spesso compiuta a malincuore dai docenti che non vorrebbero privare i ragazzi di un’occasione di crescita culturale e personale così importante, ma che davanti ai rischi legati alla vigilanza (si pensi, ad esempio, alla sorveglianza notturna dei ragazzi o agli spostamenti a piedi nei grossi centri urbani di comitive di adolescenti a volte non proprio inclini all’ubbidienza) non vedono altra via per tutelarsi se non quella di restare a casa.

Tuttavia esistono soluzioni meno drastiche che non sollevano il docente dagli obblighi di vigilanza ma che sicuramente lo mettono al sicuro da eventuali conseguenze da un punto di vista assicurativo e patrimoniale. Una buona polizza, in grado di intercettare il rischio specifico del docente, unitamente ad un buon piano organizzativo della vigilanza e all’adozione di buone pratiche di prevenzione e contenimento del rischio, consentirebbero agli accompagnatori di partire più tranquilli, consentendo loro di  svolgere in maniera più serena il proprio compito di “controllori”, apprezzando al contempo di più l’aspetto ludico e leggero delle uscite d’istruzione (ne parliamo qui).